XXVI Anniversario pio transito della SdD suor Maria Alfonsa
Anche quest’anno, nonostante le restrizioni resesi necessarie per fronteggiare la diffusione della pandemia Covid-19, abbiamo avuto la grazia di poter celebrare la ricorrenza annuale del XXVI pio transito della Serva di Dio, presso l’imponente scenario della Basilica Cattedrale di Messina.
Si è potuto accogliervi solo duecento fedeli ma è stato comunque possibile garantire ai tutti coloro che, numerosissimi, ogni anno accolgono l’invito di prendere parte a questo momento di grazia, la partecipazione attraverso la diretta televisiva garantita dall’emittente T.C.F., poi trasmessa in differita dalla redazione di R.T.P..
Padre Tonino Bono ha avuto parole di ringraziamento rivolte alla Superiora generale, madre Chiara Adamo e al suo consiglio, a suor Elsa, all’Associazione Amici di Suor Alfonsa, a tutti i membri della Famiglia Riparatrice, ai rappresentati dei Gruppi Ecclesiali Diocesani, ai ministranti di casa Madre e del Convento di San Papino, al Gruppo RNS per l’animazione liturgica, ai parenti di suor Alfonsa ed alle autorità civili e militari intervenute.
Mons. Angelo Oteri, Vicario Episcopale per la Vita Consacrata, ha accolto sin da subito e con vivo entusiasmo, l’invito a presiedere la solenne celebrazione Eucaristica mostrando gratitudine, fraternità e amabilità nella sua ricca omelia.
Ha subito evidenziato di avere già avuto modo di conoscere Suor Alfonsa, in occasione di qualche Celebrazione Eucaristica alla quale era intervenuto presso Casa Madre, sottolineando come nel suo sguardo e nel suo cuore, rimase impressa l’immagine di questa suora, seduta nella sua carrozzella, con un piccolo tavolino d’appoggio, in un angolo della chiesa, sempre assorta nella preghiera.
Mons. Oteri ha poi fatte sue le parole di P. Tonino Bono, riportate nel libro biografico dal titolo – Luce e profezia per la Chiesa – “quando la vita cristiana sembra illanguidirsi e avvicinarsi lo spettro della decadenza, il Signore fa fiorire mirabilmente la santità nella Sua Chiesa e moltiplica il numero dei santi, quali provvidenziali luci che illuminano il cammino della vita cristiana e rendono la Chiesa capace di alimentare il misterioso flusso della grazia divina in mezzo all’umanità”.
Vivo interesse ha suscitato la sintesi eloquente che ha fatto della figura di suor Alfonsa:
– una donna che si è sentita chiamata da Dio (capitolo 11 del Vangelo di Matteo: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascoste queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli”);
– una Consacrata che si è fatta piccola e sulle orme di S. Teresina del Bambino Gesù, ha ripercorso la piccola via alla santità e i travagli, unitamente alle gioie spirituali, con la totale offerta di sé stessa a Dio.
– una Religiosa che, dalla Carrozzella della sua sofferenza, si è fatta parola di consolazione per gli altri, maestra di vita spirituale, silenziosa ed eloquente esempio di imitazione di Cristo sulla via del Calvario;
– una Suora missionaria. “Il mio sogno era essere missionaria, confida suor Alfonsa al suo Padre spirituale, ma adesso, mi tocca esserlo da qui. Sarò missionaria di desiderio, di sofferenza, di preghiera, dando quanto posso dare”;
– una lampada vivente davanti a Gesù Sacramentato. Trascorreva ore e ore, seduta sulla sua carrozzella, per pregare, per offrire, per intercedere, per amare,
per poi sottolineare cosa attrae maggiormente della vita della Serva di Dio:
- Il suo credo al dolore offerto con amore. È questa, sicuramente, la luce particolare che maggiormente si sprigiona dalla vita della Serva di Dio e che l’ha resa collaboratrice feconda nell’opera salvifica di Cristo Redentore.
La sua sofferenza, accettata, vissuta, offerta in unione alla passione salvifica di Cristo, è il mistero di luce che si irradia, ci raggiunge e ci sostiene nel nostro cammino di fede.
- Il carisma della riparazione, unito inscindibilmente al dolore offerto per amore.
Mons. Oteri ha poi concluso che la ricchezza di riflessioni ispirate e illuminate ci edificano e ci spronano a vivere, con maggiore impegno, la nostra specifica vocazione alla santità ponendoci l’interrogativo di scrutare i segni del nostro tempo e, a livello personale ed ecclesiale, rispondere, con rinnovata speranza e con la conversione della nostra vita, alle nuove domande del mondo contemporaneo.
Possiamo quindi, attingendo al dono di suor Maria Alfonsa, trarre la forza di affrontare le sofferenze della vita, guardando alla croce e, immersi nella preghiera, farne l’orizzonte che porta alla santità.
Antonio La Greca