Festa dell’Annunciazione e 30° della dipartita di M. Diletta
Magnificate con me il Signore
I.A.R.
Prima di entrare in argomento per il compito a me affidato dalla rev.da Madre Chiara, qui presente, mi è caro e doveroso salutare Lei, rev.do Padre Francesco, che presiede questa solenne celebrazione in onore della Beata Vergine Maria e in memoria di Madre Diletta. Non a caso il Ven.le P. A. Celona, in una lettera (n. 25) del suo epistolario, scrive: “Questa Istituzione è ordinata ad onorare il grande mistero dell’Annunciazione da cui venne tutta la grandezza della SS. Vergine e la benedizione di Lei sulla nostra città; poiché le Ancelle del S. Cuore devono essere le imitatrici della prima e grande Ancella del Signore”. Sia dunque lode alla Vergine e memoria affettuosa di figlie amabilmente cresciute sotto questo duplice sguardo.
Quanto a me, ho conoscuto Madre Diletta da alunna, quando frequentavo il liceo del nostro “Istituto Madonna della Lettera”, e la rivedo oggi, presso la nostra comunità di Palermo nel suo ultimo soggiorno tra noi. La rivedo là, nella sua stanza, dove ho sostato anch’io, per alcune ore rientrando dalla missione in Costa d’Avorio – ABIDIJAN. Lei, la Madre, che aveva combattuto la buona battaglia, stava là, adagiata in poltrona e protesa all’ascolto accogliente, nell’attesa della buona notizia che io stessa le ho data comunicandole che, in Africa, andava tutto bene, dalle persone alle cose. Ed Ella gravemente malata, con gioiosa fatica, si sollevò da quella poltrona e, messasi in piedi, mi disse: “Ti ringrazio perché mi hai dato buone e belle notizie e ti raccomando di lottare sempre, senza stancarti mai”. E poi, basta.
Da quel momento non ci siamo più viste, perché io ho continuato il mio viaggio verso Messina e Lei, la nostra carissima Madre, nello stesso arco di tempo, si consegnava all’Altissimo. A questo punto, mi sia permesso di dire in tono più familiare e fraterno.
Carissima Madre, dalla tua nuova sede, ora vedi che i tuoi desideri, la tua forte volontà per il bene del caro Istituto, in parte, si sono già realizzati in ogni tua figlia che ama e lavora per la Chiesa e per il mondo, affinché ci sia sempre più pace per tutti. Lo sai, ma vogliamo pur dirti che, la buona semente, da te seminata nel cuore di ciascuna di noi, è germinata e cresciuta; nel corso degli anni ha dato i suoi frutti, da noi condivisi con vecchie e nuove generazioni di figlie e figli del popolo a noi affidati. Nel nostro servizio abbiamo cercato di tenere alto lo spirito di riparazione, quale altissimo dono dello Spirito Santo fatto al Venerabile Padre Antonino Celona, e, da Lui a noi partecipato scrutando i segni dei tempi e valorizzando la mediazione culturale per la pratica del buon apostolato.
Madre cara, dire delle tue benemerenze non serve. Saranno i posteri a saper leggere la storia.
Oggi, a noi basta riconoscerti nell’essenziale: buona religiosa, brava insegnante, ottima Preside, vera Madre e Maestra di vita. Vada, ora, all’Altissimo, per le mani di Maria, la tua preghiera per noi. Grazie!
Madre M. Antonella